Menu

Domanda n.88:”Il compito dell'evoluzione” (va attivata la coscienza della conoscenza)

mercoledì, 3 febbraio 2021

Domanda:
Cara Maria, ho appena scaricato dal vostro sito il tascabile e-book sull'Umiltà e la sua lettura mi ha coinvolto, perché ora mi è chiaro che senza la conquista dell'umiltà non si riuscirà mai ad addomesticare i difetti della personalità. Ma mi sono chiesto: come si fa a conciliare questa conquista con la coscienza della conoscenza? Se ciascuno di noi, ad un certo punto, pensa di conoscere o di avere un po’ di coscienza della conoscenza, non finisce per mettersi su un piano diverso e quindi in contrasto con quella che è l’umiltà?

Risposta:
Cara Dorella, sono tanti quelli che non fanno il bene in quanto non sanno neanche da che parte incominciare, perché la loro coscienza dorme o non è sveglia abbastanza.

Dunque, il punto principale è attivare la coscienza. Una volta risvegliata la coscienza, che ti suggerisce cosa è giusto fare (non solo nelle azioni, ma anche nei pensieri) allora sei sul “sentiero”, allora incominci ad essere cosciente della tua conoscenza, cioè del fatto che facendo determinate cose fai bene (dice Luigi 4.2.89: “Molti fanno il bene forse per istinto o credono di farlo e poi non lo fanno.”)

E più che attivi la coscienza e più soffri se fai male, se sbagli una risposta, un comportamento, un gesto, un pensiero. Al contrario, se fai qualcosa di buono poi ti senti bene e, come dice Luigi “cammini per strada a testa alta.”

A questo punto, hai già capito che non c'è più alcun contrasto tra la conoscenza (che è già in te, va solo riscoperta) e l'umiltà. Premesso che essere umili non significa essere sciocchi (rileggi Luigi 29.1.86 nel tascabile che hai citato), vedrai che quando avrai smesso di essere permaloso, superbo, orgoglioso, dunque quando sarai diventato più umile, starai bene e ti sentirai meglio, sempre meglio. Si deve durare fatica nella vita, e “la fatica più grande è l'umiltà” (Luigi 3.10.90).

Ma sarà un'umiltà di vita, un'umiltà di crescita!

Le rivelazioni questo insegnano: la saggezza! Che vuol dire essere un gradino sopra, vuol dire avere la possibilità di vivere le cose terrene con la giusta serenità.

Il Maestro ci ricorda che la nuova era, quella in cui raggiungeremo questa saggezza, è iniziata ormai da tempo (da un po' del “nostro” tempo), è dalla fine degli anni '80 che Le Entità di Luce e i Maestri hanno accelerato la loro opera cambiando l'energia della terra (la rivelazione che segue infatti è del gennaio 1989).

E' la scintilla divina che è dentro di noi che agisce, che illumina la coscienza, la rende viva e sempre presente. Ci sentiamo finalmente partecipi dell'universo, e dobbiamo vivere questa partecipazione come una piccola estasi, distaccandoci sempre di più dalle vicende terrene (cioè vivendole, sì, ma con sempre maggior distacco). Questo è il compito dell'evoluzione.

E per questo Gesù ci ha detto: “sarà dato a chi ha, sarà tolto a chi crede di avere anche quel poco che ha”: perché questa nuova energia che ci viene donata non si perda nella materia. Per percepire questa energia della nuova era che che ci sta arrivando occorre sviluppare (nella meditazione ma anche nella vita di tutti i giorni) la sensibilità, e questo lo si fa con l'evoluzione, con una sempre maggiore presa di coscienza della conoscenza.

Ecco la rivelazione del gennaio 1989:



“La pace sia con voi, fratelli Miei.
È bello ritrovarsi così, all’inizio di una nuova era, all’inizio di una nuova resurrezione dello spirito. Oggi comincia la fase della grande meditazione, la fase dell’illuminazione, la fase della saggezza. Da questo vostro attimo terreno, comincia veramente un’era nuova, un’era veramente meritata per alcuni di voi, sprecata per altri.

Perché dico questo? Perché in questi vostri periodi avete potuto vivere nella grande meditazione. Il vostro animo è stato veramente sempre sveglio al richiamo dell’Intelligenza divina. Per altri invece è stato un periodo di confusione che Io vorrei non citare, poiché Io amo molto le pecorelle che si allontanano da questo ovile, ma che hanno dentro di sé quella forza negativa di fare soffrire il prossimo: questo Io non lo voglio più. Meglio per loro che si allontanino o prendano un periodo veramente di riflessione, perché l’era in cui noi intendiamo portarvi, seguirvi, è molto importante. Non deve essere sciupata in beghe personalizzate.

Ecco perché i Maestri, non solo Io, altri Maestri che desiderano per loro scelta di stare in mezzo a voi, hanno bisogno di sentirsi amati, poiché loro vi amano; hanno bisogno di sentire la vostra pace interiore, poiché la pace interiore è dentro di noi; hanno bisogno di vedervi sempre svegli all’adorazione divina, poiché noi vi adoriamo, vi benediciamo, vi proteggiamo.

Ecco, perciò, che intorno a Me Io voglio vedere l’armonia ed il sorriso; voglio vedere la pace, voglio vedere un amore che vi unisce e non un amore che distrugge o logora, un amore che viene sprecato e viene frainteso per un gioco terreno o per una moda; no, invece, poiché noi siamo vivi in mezzo a voi, siamo veri in mezzo a voi, siamo limpidi in mezzo a voi.

Allora Io desidero amore, limpidezza, coraggio delle proprie azioni spirituali, coraggio di essere e di sapere ciò che ognuno fa. Non si può, a questo punto, trovare delle scuse, non si può viaggiare su due binari, non sarebbe lecito. Ma dobbiamo essere uniti tutti con amore vero, amandoci l’uno con l’altro fino al punto di dire: “Tu sei mio, fai parte di me.”

Ma se nel vostro cuore non c’è l’esatta cognizione dell’attimo in cui si deve amare, sempre, continuamente, come fate a seguire qui, in queste Cerchie e dire di far parte di un gruppo spirituale? Io desidero da voi un impegno maggiore, un impegno vero, poiché veramente Io voglio dire: “Dove c’è il Mio gruppo, Io sono in mezzo a loro.”

E l’anima, la vostra meravigliosa anima che non è altro che una scintilla divina piena di luce...! Qual è il compito dell’evoluzione del vostro essere, del vostro io interiore? Io vi dico che l’anima che è in voi è luce, e con l’evoluzione essa spande e si allarga la luce intorno al proprio essere, al proprio corpo, alla propria piccola esistenza. Ma l’importante di questa luce che è in voi, è che deve illuminare la vostra coscienza! illuminare la vostra coscienza affinché essa sia viva e presente sempre, di quella conoscenza che vi fa palpitare e vi rende figli di Dio. Perciò pensate: un’anima che brilla, una coscienza che s’illumina! Cosa vuole dire una coscienza che s’illumina?

Significa rendere viva, palpitante la Verità che essa attira, una conoscenza che si risveglia, una conoscenza che comincia a palpitare, a vedere, a sentire, a meditare; la coscienza che dice: “Sono viva e palpito della stessa Vibrazione divina, palpito del mio essere poiché io sono viva e vivo nella Vibrazione cosmica, vivo nella Verità!”

E finalmente posso veramente dire che la mia coscienza è sveglia, è reale, è veritiera. Sono cosciente di una conoscenza che si è illuminata dalla stessa Vibrazione, dalla stessa sensazione, dalla stessa Luce che palpita in me. Essa si è risvegliata e illumina non solo il mio essere e la mia coscienza, ma illumina la creazione. Posso finalmente allargarmi e illuminare chi è intorno a me per dare quella sensazione divina che è veramente viva: non è più sconosciuta, ma è vissuta di una Verità vera, ed è cosciente d’essere parte di Dio.

Perciò non più addormentata o assopita, ma vera; una coscienza che palpita, che pensa, che parla, che vede: le sue sensazioni sono vive per Amore divino; sì, per Amore divino, ma soprattutto perché voi l’avete cercata, scavata nel vostro io interiore, e dopo lungo tempo di meditazione l’avete portata in superficie della vostra anima, che si è trasformata in Luce vera, in Luce viva!
Risvegliata da questo letargo, illumina e parla; illumina e parla a chi non sa sentire, brilla a chi non sa vedere, parla a chi è ancora muto e sordo. Perciò è stato detto: “Sarà dato a chi ha, sarà tolto, a chi crede d’avere, anche quel poco che ha.”

Ecco perché chi è in disarmonia con se stesso non venga qui, poiché porta la sua discordia e la sua vibrazione in mezzo a tutti noi; dico noi, perché anch’Io soffro. Meglio che stia quaranta giorni nel deserto a meditare, a pensare, a risvegliarsi, affinché possa dire risvegliandosi nella propria coscienza: “Vattene Satana, l’uomo non vive solo di pane, ma della parola di Dio!”

Questo Io dico a quelli in mezzo a voi che hanno discordia dentro di sé: hanno bisogno di meditazione, e per quaranta giorni essi dovranno meditare per ritrovare quella fiamma che è dentro di loro. Che quella fiamma possa distruggere e bruciare tutta la perfidia e quelle sensazioni disumane, terrene, affinché possano risvegliarsi a nuova vita, affinché ognuno di voi, passati quaranta giorni, abbracciando il fratello o la sorella, possiamo dire tutti insieme: “Avevo un figlio che era morto ed ora è resuscitato. Faremo festa, non solo su questa terra, ma sarà festa nell’Alto dei Cieli.”

Ecco, Io dico a voi che una nuova era si affaccia alla soglia di questa povera vostra vita per dare luce, forza e calore, e soprattutto affinché la vostra mente, la vostra intelligenza spirituale che nasce dalla luce eterna della vostra anima, possa dire: “Finalmente vedo, finalmente vivo, finalmente sono cosciente d’essere vivo nella Luce divina.”

E allora Io dico a tutti voi allargando le Mie braccia:
“Amatevi come Io vi amo, unitevi come Io vi ho unito, sorridete come Io sorrido ogni qualvolta che vi vedo. Non perdetevi mai nell’illusione della notte, poiché la notte effimera e traditrice si nasconde dietro di sé, e la Luce che voi volete osservare è solamente nell’Alto dell’infinito....

Pregate perché la terra si salvi; pregate perché i bambini non soffrano, perché i vecchi trovino la pace; pregate perché i giovani conoscano la Verità. Ecco, ogni qualvolta che voi pregherete, come sarete più di uno, sarò in mezzo a voi sorridente!

Io v’illumino, Io vi do la Mia Luce, Io vi do la Mia Vibrazione di un’Intelligenza viva, che farà scaturire dal nulla la vostra intelligenza, affinché possa comprendere sempre di più il mistero che vive dentro di voi. Solo con la meditazione, la bontà e la carità, viene sviluppata quest’unica dote che brilla e vibra in eterno.

Pace a voi tutti. Siate benedetti uno ad uno. La Mia benedizione vada ai buoni e ai meno buoni, ma soprattutto Io abbraccio, coccolo e benedico questo Mezzo, che tanto dà, in silenzio e sofferenza. Pace a voi tutti.”

(Il Maestro 4.1.89)
Campana
Per migliorare l'esperienza di navigazione questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, clicca su "acconsento" per abilitarne l'uso.
Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie consulta la nostra informativa completa. Acconsento