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Domanda n.33: "Signore, perché proprio a me?"

martedì, 23 gennaio 2018

Domanda:
"Cara Maria, ci sono dei momenti in cui, davvero, io non ce la faccio più, quello che devo sopportare mi pare troppo, mi chiedo che cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo, e quindi ho troppo rancore e troppa rabbia per potere anche solo pregare. Il mondo intero mi crolla addosso. A volte penso che devo avere fatto qualcosa di terribile per dovere subire queste punizioni, ma mi chiedo che cosa. Ti confesso che vedo altri che hanno tutto, salute, soldi, vita bella, e mi chiedo se questo è giusto. Come posso trovare un pò di conforto?"

Risposta:
"Caro Pietro, non sei il solo a dover sopportare il peso delle sofferenze. Anzi, sono tanti quelli come te che si rammaricano, e che dicono "Signore, proprio a me doveva toccare tutto questo? Ma cosa ho fatto di male?"

Queste persone non si rendono conto che sono stati loro stessi ad avere scelto le loro prove, le situazioni in cui si trovano. E le prove che incontrano nella vita non sono altro che il karma scelto. Il peso delle disgrazie li offusca, non sanno accettarle, non riescono a farsene una ragione. Ma solo perchè non sanno di averle scelte per fare evoluzione in questa vita.

Come Gesù è sceso in terra per "bere l'amaro calice poco a poco", così anche noi, tutti noi, dobbiamo bere l'amaro nostro calice un pò tutti i giorni. E' questa l'evoluzione.

Che cosa dobbiamo fare, dunque? Dobbiamo solo chiedere la forza di bere quel calice poco a poco! Non si può chiedere che ce lo risparmino, perchè lo abbiamo scelto noi. Questo dolore serve per risvegliare la nostra coscienza. Anche i santi hanno avuto le loro prove, e hanno sofferto.

E poi, se ci pensi bene, più ti lamenti, più provi rabbia o rancore, e più soffri. Sei solo tu che ti fai questo male ulteriore. Se fai resistenza, peggiori la situazione: soffri di più e basta!

Mi dirai: ma non ce la faccio più...Non è così. Le prove che ci danno (o meglio, che tu hai scelto, scegliendo il tuo karma) sono sempre prove che puoi sopportare. Nessuno ha davanti prove insuperabili. Con il tempo tutto si supera, dipende solo da te. A volte non basta questa vita per superare una prova, ad esempio un tuo difetto, o l'eccessivo attaccamento a qualcosa di terreno, e allora sarà necessaria un'altra vita per superarla. Ma prima o poi, se vuoi, ce la fai: con l'umiltà, con l'accettazione.

Tieni poi presente un altro aspetto di questa situazione: che tu hai una o più anime gemelle che aspettano di ricongiungersi con te. E tu, lamentandoti e non accettando la tua prova, non solo ritardi la tua evoluzione, ma ritarderai anche quella delle anime gemelle che ti aspettano.

Dunque, prega perchè le tue guide ti diano la forza di accettare le tue prove, di "bere l'amaro calice", di portare in fondo quello che hai scelto per questa vita, e vedrai che piano piano troverai la serenità.

Puoi leggere, su questi problemi, che, ripeto, sono comuni a tantissimi esseri umani, la rivelazione del Maestro 20.6.90 e l'approfondimento che ne ha fatto Neri la settimana successiva. Te ne riporto qui di seguito qualche brano, con le indicazioni per leggere i testi per intero:


"Queste anime, in questo loro risveglio, soffrono sulla terra. Questi esseri, viventi soffrono tutte le disgrazie, hanno quasi l’impressione che caschino loro addosso: tutto va torto, tutto, niente va bene. Allora si rammaricano, pregano il Divino affinché le salvi. ... E tutti dicono queste strane parole: ‘proprio a me!’… ‘proprio a me!’

Non è proprio a loro, ma a tutte quelle anime che soffrono sulla terra. È il risveglio della spiritualità nel loro corpo umano. Ma molte anime che hanno trovato la rassegnazione, o meglio la forza di poter sopportare le proprie disgrazie a poco a poco, questa loro grande sofferenza umana sparisce e trovano quella pace interiore desiderata da tanto tempo.

Però questo non può avvenire se non dopo avere sopportato e accettato il loro karma evolutivo.
Molte anime invece, non sentono il richiamo spirituale e quando sono messe alla prova della dura prova spirituale, esse imprecano, bestemmiano, si adirano e fanno esempi: ‘Quello sì, io no!’ ‘Ma guarda lui come sta bene, e io sto male!’ ‘Ma guarda quello là, quante cose ha, e io non ce l’ho!’ Questa loro disperazione materiale le porta a rinunciare alla prova terrena e rimangono nella loro incerta esistenza: né bene né male.

Invece, le anime più evolute, vengono circondate a poco a poco ed aiutate, hanno il benessere... Ma quanti poi di voi, una volta arrivati ad un certo benessere, lasciano la via spirituale perché non ci credono, oppure non gli importa più di questa loro vita? Non sanno che a poco a poco, non fanno che riperdere quello che con tanta fatica erano riusciti ad ottenere; riperdendo così tutto, la loro vita diviene misera, povera, senza più pace. Ecco perché è giusto il detto: ‘verrà dato a chi ha; a chi non ha, verrà tolto anche quello che crede di avere.’

Come vedete, fratelli Miei, questa vita spirituale terrena deve essere accettata e mai lasciata. La pace sia con voi, Io vi benedico tutti."

(Il Maestro 20.06.1990, pagg. 1482-1484)




“A nessuna anima è concesso di star bene se prima non sta male, perché proprio nel dolore terreno ella raggiunge il suo traguardo, traguardo spirituale tramite la sofferenza, quella sofferenza che noi chiamiamo evoluzione. Quando uno cammina sulla terra vede tutto il mondo che gli si rivolge contro e prova questa grande disperazione e dice: ‘Perché proprio a me? tutto a me? Perché tutto deve succedere a me come se io fossi un additato, come se un qualcosa mi fosse caduto addosso.’ ....

Questa sofferenza non dà più ragione e gli fa dimenticare che esiste un Dio, gli fa dimenticare che esiste un qualcosa di veramente positivo: che questa sofferenza serve soltanto per fare evoluzione. Ma egli non lo sa, non si può render conto, immerso nella sua sofferenza umana spirituale, prova la miseria in tutto se stesso. Questa persona è piena di miseria, miseria nel dolore, miseria nella vita, miseria umana che l’accompagna durante la sua vita terrena. E di questa prova che ha si rammarica fortemente, fino al punto di non riconoscere più se stessa: si rammarica verso Dio e dice: ‘Perché proprio a me dai queste prove?’

Invece non sa che queste prove ognuno di noi le deve portare e provare sulla terra, chi prima e chi dopo. Ma questa sofferenza, questa prova, non è altro che il raggiungimento completo di un’evoluzione, l’evoluzione necessaria per progredire e andare avanti nel tempo....

Se questa sua disperazione fosse accompagnata da una preghiera verso Dio, verrebbe meno e non la sentirebbe più, ma tutta la disperazione che prova in quel momento non sarebbe altro che un’accettazione, l’accettazione del proprio dolore, l’accettazione della propria sofferenza, l’accettazione alla propria evoluzione: Dio in quel momento è con noi!

Infatti non ci sono mai date prove maggiori al peso che ognuno di noi può portare. Questo è impossibile! Ognuno di noi ha la forza per poter superare queste prove. Perciò non possiamo dire: ‘Io non ce la faccio più, non ce la faccio più!’ Dio non permetterà mai di darci prove superiori.... Ognuno di noi deve portare questo suo calvario, come Cristo portò la Sua Croce sul monte Colgota. Ognuno di noi porta la sua croce durante la vita terrena.....

Vedi, ognuno di noi ha la sua chiamata dal momento che scende sulla terra; ognuno di noi è già pronto per portare il suo calvario, il suo fardello..... c’è la chiamata prima ancora di scendere sulla terra, perché noi abbiamo già deciso di sopportare e di soffrire in quella determinata maniera. La chiamata non è altro che il karma!....

In un vecchio proverbio i latini si rallegravano del cattivo tempo perché dopo veniva il sereno. Io approfitto di questa frase per dirvi che dopo una lunga sofferenza karmica della terra, noi abbiamo finalmente la gioia di sapere che dopo sorgerà il sole.

Queste nostre pene verranno a finire, verranno a cessare, perché la nostra accettazione non sarà altro che l’evoluzione che ci farà star bene, ci farà stare meglio, perché abbiamo superato una prova.... Abbiamo avuto il dono meraviglioso di un’evoluzione, di una goccia di Luce che si accende dentro di noi, di un piccolo scalino che abbiamo superato!....

La nostra grande disgrazia... la prima, qual è? L’arrivismo. È tutto questo arrivismo di voler dire: ‘Io voglio un’auto, lui ce l’ha così, ma io più bella! Una casa così... ma io mi faccio una villa, macchè villa, mi faccio un castello!’ e via, e via. Questo loro pensiero fisso nella mente non porta ad altro che alla disperazione, perché non trovano pace e non la troveranno mai!, poiché non hanno l’accettazione di accontentarsi di quello che hanno.

Ecco il grande segreto: essere felici in quello che uno ha.

Invece no! Questo arrivismo li fa essere scontenti, di guardare quello che ha uno e quello che ha un altro! Magari non si rendono conto che hanno più degli altri, però no! Sono sempre in agguato a vedere quello che uno ha, e questo porta ad un allontanamento dalla via spirituale....

Quante volte alla mattina, la prima preghiera: ‘Signore, io Ti raccomando tutti quelli che soffrono oggi, in special modo le mie Guide e le mie anime gemelle!’ Perché anche le nostre Guide soffrono quando noi si sbaglia e quanto piangono e quanto si disperano e quanto ci chiamano! E allora ecco che ognuno di noi deve imparare a vivere, a donarsi e donare tutti i giorni una parte di sé a quelle anime gemelle che ci pensano, ci amano e non ci conoscono. Doniamo la nostra preghiera, il nostro affetto, il nostro tutto, a queste anime che ci cercano ed hanno bisogno della nostra preghiera: credetemi! l’aspettano la nostra preghiera!

Siamo generosi nel nostro donare, nel nostro essere. Doniamo a Dio, al sorgere del sole, tutti i nostri pensieri, le nostre privazioni, doniamo a Lui tutto il nostro essere, doniamo a Lui tutte le nostre sofferenze, affinché possano dare beneficio a tutti coloro che soffrono, in special modo a quelle anime gemelle che aspettano un sorriso e un aiuto da lontano....

Il Maestro ha detto:" Non è tanto peccato di chi ama, quanto è peccato di chi non sa amare!” E allora, queste anime che si sono evolute, soffrono maggiormente per quelle anime sorelle che non fanno evoluzione....

Perciò siate generosi con la parola, siate generosi nelle amicizie e nel parlare. Non donate a chi non vi comprende e a chi non ha, ma donate a chi vi capisce ed a chi vi può comprendere, perché solo così la vostra evoluzione sarà completa.
La pace sia con voi, Io vi benedico tutti."


(Neri 27.6.90 su riv. 20.6.90, fascicolo n. 4 approf. n. 61.12)
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