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Domanda n.131 :”L'altro aspetto della sofferenza: quella altrui” (agitarsi crea solo disordine interiore)

venerdì, 26 maggio 2023

Domanda:
Cara Maria, nella risposta alla domanda n.126 hai parlato della nostra personale sofferenza, quella che sentiamo dentro di noi e che dobbiamo accettare, che anzi è un dono (“un premio e non una condanna”), una sofferenza di cui non dobbiamo avere paura perchè le nostre guide ci sono sempre a fianco per aiutarci. Tutto questo riguarda però noi, la nostra persona. E cosa dire invece della sofferenza altrui? Ne vediamo così tanta da restarne annichiliti. Come dobbiamo comportarci dinanzi alla sofferenza degli altri?

Risposta:
        La prima cosa da fare è quella di non immedesimarsi nella sofferenza altrui.
Certo, è inevitabile entrare in empatia con tutti quelli che soffrono, condividere i loro drammi, soffrire con loro, ma questa partecipazione deve essere di breve respiro. Ci sarà un primo momento di umana comprensione per questa loro sofferenza, ma poi dobbiamo distaccarcene, dobbiamo accettare, avere fede nel disegno divino, pregare e attendere con fiducia ciò che avverrà.
C'è un punto fondamentale, ed è che noi non siamo in grado di capire, non possiamo sapere qual'è il karma che si è scelto una persona, o una famiglia o un gruppo o un intero popolo, quali scelte sono state fatte prima di tornare sulla terra, e quindi non solo non possiamo giudicare quella data situazione, ma soprattutto non possiamo soffrire con o per loro. Tutto quello che avviene ha un suo senso, serve a qualcosa che prima o poi avverrà, e come tale dobbiamo accettarlo con fiducia.
Dunque, la prima regola dell'evoluzione è questa: tu devi preoccuparti solo di te stesso, devi pensare solo a superare i tuoi difetti e a seguire il tuo percorso per diventare migliore. Ce lo hanno insegnato chiaramente: ”Potete voi comprendere o conoscere il loro karma? Lasciate fare, ognuno ha il suo mulino; non vi preoccupate, ognuno si preoccupi per sé. Questa è la prima regola dell’evoluzione dell’uomo, è la prima grande regola.” (L'Eremita 14.1.83) 
E dobbiamo aiutare chi reagisce in modo eccessivo, dobbiamo dire loro “io sono sereno, io non mi preoccupo, perchè so che da un male viene prima o poi un bene” (Neri 25.3.92). 

Come sapete, il dolore che proviamo per la sofferenza altrui dobbiamo cercare di trasformarlo in un dono da dedicare a Dio: essendo coscienti di avere uno spirito, il dolore che ci si presenta offriamolo a Dio:
Signore, io non Ti chiederò la sofferenza, perché non è bello chiederla, è presunzione! Ma se questa sofferenza verrà, io la donerò a Te, o Signore! Io la consacro a Te per la mia evoluzione e per giusta rivelazione a tanti esseri che non conoscono e non sanno della Tua presenza.’ Questa è la vita!  Chi di voi, vedendo soffrire un proprio caro non ha forse urlato a Dio: ‘Dio, dagli pace! Togli a lui questa sofferenza! Fa che ora possa sentire in Te la sua presenza e che possa avere, sentire, vita dopo vita, abbeverarsi della Tua Luce, della Tua Vibrazione e correre verso di Te, e camminare nella Tua Luce e immedesimarsi in Te!’ Perché solo così possiamo trovare la nostra pace: pensando la pace nella pace di Dio!” (Neri 25.3.92 su 6.3.91). 

Agitarsi non serve: dobbiamo cercare di non essere troppo turbati dagli eventi che capitano e che fanno parte della vita, anche nel male. L’essere umano che soffre, piange e si dispera, quell'essere si blocca, non fa evoluzione, rimane fermo, immerso nei suoi pensieri, immerso nel suo modo di vedere. Disperarsi, strapparsi le vesti, flagellarsi non serve a niente (è solo esibizionismo). Non è disperandosi che attiriamo la Luce, ma è con l’amore, è con l’equilibrio, è con l’unione. Solo così entriamo nel flusso della Grande Luce ed aiutiamo il pianeta e l’umanità. Solo i pensieri “alti” danno energia e solo in essi si può trovare la serenità. 
Perciò dobbiamo vivere con leggerezza, come ci insegnano da sempre i Maestri, dobbiamo distaccarci dal male sulla terra, spostare verso l'alto i pensieri, che sono energia che va preservata. Se raggiungeremo questa che è la vera forma di intelligenza, allora dimenticheremo il nostro corpo ed il nostro karma: questo è un modo rapidissimo per evolversi, e meraviglioso. Stacchiamoci dai pensieri della vita e ritroviamo l’intelligenza pura, che significa amore, generosità, gioia, distacco da tutto. E' solo tramite essa che si va al centro dell’universo, al cuore di Dio. E allora “ti accorgerai di essere utile e di essere grande in questo tuo piccolo cammino terreno.” (Luigi 30.10.91) 

Del resto, agitarsi porta solo al disordine interiore, mentre, all'opposto, noi dobbiamo raggiungere la calma interiore.
“Se noi siamo completamente attaccati a tutto quello che è umano non ci potremo mai innalzare, è solo uscendo da questo che possiamo dire veramente ‘siamo liberi’ e solo allora possiamo dire di essere in armonia e in quell’estasi che mai nessun giorno vi verrà data. Quel bellissimo verso che io vi detti: ‘Io sono spirito, io sono quel Sé, quel Sé sono io’... quella meravigliosa preghiera è un mantra di una potenza talmente efficace quando si fa meditazione... vi porta via lo spirito, vi strappa l’anima se si riesce a concentrarci in queste parole. Purtroppo le nostre parole non sono mai concentrate a sufficienza! Ecco che allora è tutta una questione di pensiero, è una questione di armonia, è una questione di amore!” (Neri 3.12.94)

Leggi anche le risposte alle domande n. 125 sulla “leggerezza” che deve guidare la nostra vita, n.65 sulla sofferenza che è un dono, n. 58 sulla bellezza del sacrificio, n. 114 sulla ragione della sofferenza, e n. 83 sulla sofferenza che deve essere gioia “aiutare gli altri, ma non soffrire.” (Il Maestro 30.10.91).

“Liberate la mente, liberate il cuore da tutte le passioni, fatevi partecipi dell’amore divino. Fatevi spazio, e quando dite: “O mio Dio, io Ti benedico”, fate in maniera che la vostra mente sia libera, sia per donare che per ricevere. Perciò non odiate ma benedite, benedite con la mente dell’amore, la mente costruita nel tempo. Liberate la vostra coscienza umana, trasformatela in coscienza divina, poiché l’ardire che c’è in voi, Io lo amo se è buono, Mi allontano se è negativo. Amate il fratello ed il fratello del vostro fratello; amate i buoni, e soprattutto amate i cattivi, ed a questi mandate pensieri d’amore: vi sarete liberati dell’incubo, del peso che portate dentro di voi. Ecco, Io sono la Vita perché vi do vita. Io sono l’Amore perché vi dono l’amore. Io sono la Verità perché vi parlo in verità, e in verità, in verità vi dico, chiunque di voi saprà amare, saprà mandare pensieri infiniti della sua energia d’amore, Io lo ricompenserò con la Mia energia e tanto vi darò.”(Il Maestro 13.11.91) 





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