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Domanda n.48: "La metafora della bestemmia"

venerdì, 1 marzo 2019

Domanda:
“La grammatica e la sintassi sono andate a farsi benedire. Il linguaggio è sempre più volgare, pesante e scurrile. Battutacce, dileggio, brutti gesti, e tante, troppe parolacce invadono le reti sociali, il cinema, la televisione, e ormai perfino i testi delle canzoni. Offendere e deridere è la regola, il fraseggio da bar o da spogliatoio è generalizzato. Insomma, tutto quello che ieri era evitato, oggi sembra la regola, le male parole e i gestacci sono il nuovo linguaggio, il nuovo modo di comunicare (non di dialogare, perchè il dialogo qui non c'è).
Oggi si comunica sulle reti sociali a mezzo di tweet, per sms, si esterna senza riflettere e senza neanche stare a sentire l'altro. Il merito e la competenza sono scomparse. Nelle trasmissioni non vedi pìù persone che ascoltano con rispetto, ma facce irridenti e gesti di insofferenza: si scuote la testa, si interrompe, si parla sopra l'altro, si ripetono le stesse cose all'infinito incuranti delle osservazioni. Il linguaggio della violenza e dell'odio prevale ovunque. Come si fa a non perdere la speranza?”

Risposta:
“Caro Giammarco, ciò che dici è vero, purtroppo. Mi fai venire a mente una risposta di Luigi ad una domanda sulla bestemmia. Oggi parlare di bestemmia è quasi inutile, a causa del decadimento generale dei valori umani, ma non molti anni fa era ancora un tema da affrontare con prudenza. Perchè? Perchè c'era quello che si chiamava “timor di Dio”, che altro non era che una forma particolare di rispetto.

Ecco, questo è il punto. E' venuto meno il rispetto in tutti i campi della vita. Quello che tu denunci nella tua domanda altro non è che mancanza di rispetto: per l'interlocutore, per l'antagonista, per il diverso, per l'altro in generale. L'altro è il nemico, non una persona diversa con cui scambiare esperienze ed opinioni, imparare e migliorarsi. E' solo mancanza di rispetto, anche in tante piccole cose a cui non si dà più peso, come fare un sorriso anziché una smorfia.

Con quel sentimento che veniva chiamato il “timor di Dio” è venuto meno anche il rispetto in generale.

Come se ne esce? Cambiando noi per primi la nostra mentalità e facendo in questo da esempio agli altri. Il Maestro ci ha indicato molte volte la strada. La parola “bestemmia” è una metafora, Luigi dice “la bestemmia è in mille maniere” perchè indica in generale ogni pensiero ed ogni comportamento che sia malevolo o irrispettoso. Bestemmiare equivale a pensare male e a comportarsi male.

La strada indicata dal Maestro è nel suo contrario, nell'essere sempre rispettosi di tutto e di tutti, nell'essere buoni, nel sorridere, nel pensare bene, nel parlare bene (il famoso “bene-dire” cioè dire-bene).

Puoi leggere, al riguardo, la risposta di Luigi di cui ho fatto cenno, e anche una rivelazione del Maestro sullo stesso argomento, interessante anche perchè ci spiega come questa strada sia molto utile anche per ritardare l'invecchiamento.



“La bestemmia non è composta solo in parola, la bestemmia è composta anche in pensiero, la bestemmia è composta in azione, la bestemmia è composta nei modi di agire, di camminare, di muoversi… un’espressione di mano può essere bestemmia! ...

La bestemmia può essere in mille maniere. Una mossa, un gesto, uno sgarbo sgraziato fatto dietro ad una persona, può essere una bestemmia… è un modo per dire! Nessuno ha detto che tu bestemmi, ma è un incitamento a non bestemmiare come per dire di renderti sempre più puro. ...Il bestemmiare in se stesso, come parola, è composto come è composta la vita: uno sguardo può essere una bestemmia, un brutto verso può essere una bestemmia, un verso, una linguaccia, una mossa di un piede o di una mano può essere una bestemmia, non nel senso della parola… non ti è stato però fatto nessun rimprovero, non ti è stato detto che tu bestemmiavi, vi è stato detto di non bestemmiare. “Non bestemmiate”, è anche per dire di non arrivare mai a farlo!

Queste sono parole come quelle che una mamma può dire al figlio quando esce di casa e lo esorta ad essere buono. Non vuole dirgli che è cattivo, ma lo bacia e gli dice di essere buono!” (Luigi 18.4.84)




“La pace sia con voi, cari figli. Chi di voi vuole riportarMi sulla croce?! Quello è colui che ha bestemmiato. Perché? Perché dopo tanti insegnamenti, anche se l’ira e la rabbia vi percuotono il cervello, non è giusto che ancora possiate bestemmiare.

La bestemmia ed il corpo umano: qual è la prima conseguenza che ne deriva nel proprio io interiore? Bene, in chi bestemmia il corpo si fa più pesante; come sotto un grande peso, si curva, e mentre l’io interiore piange, l’uomo invecchia. Invecchia perché nell’attimo in cui ha bestemmiato, le sue cellule e tutto quello che è in lui di astrale si annebbia, ed il suo corpo materiale invecchia.

Chi bestemmia invecchia. Perché la sua mente, non essendo in piena armonia con quella che è l’armonia astrale, non trova più il rifugio nell’universo, ma si rinchiude in una barriera, creata da lui interiormente. Questa barriera è il corpo che lo circonda, è il corpo etereo che si annebbia, si oscura e non sente più il dolce canto della vibrazione cosmica quando arriva nelle sue cellule e nella sua mente.

È tanto preso da questa sua cattiva manifestazione che egli scompare davanti a se stesso, si annienta la parte viva, la parte di luce, che in lui scompare; e rimane l’uomo colpito, l’uomo ferito dalla sua stessa volontà, ferito dalle sue stesse parole.

Questo è un fatto normalissimo che accade a quelli che bestemmiano: invece, se l’uomo chiamato, l’uomo divino o l’uomo divinizzato non bestemmia, ma medita, il suo corpo astrale-etereo, che fa da scudo a tutte quelle che sono le ragioni dell’atmosfera, riceve solamente quella parte divina ed il corpo prende forza perché la mente gioisce di una luce e di una felicità che non ha mai provato.

L’essere umano, ricoperto da questo corpo etereo, attira a sé tutte le vibrazioni necessarie per illuminare la propria mente ed il proprio corpo. Per questo il corpo si mantiene giovane, si mantiene sano.

In quale maniera voi potete bloccare la vostra vecchiaia? Se nella meditazione siete coscienti di avere un corpo etereo che vi circonda e il vostro corpo è sano e puro di mente, il vostro corpo etereo fa una scelta degli atomi che il vostro naso respira e le parti più significative della ricezione si affinano: prendono questo cibo e riescono a bloccare l’invecchiamento.

Ecco perché molti, pur avendo tanti anni, si sono mantenuti giovani: molto probabilmente sono anime che hanno meditato e pregato tanto. Ecco perché, se il vostro modo di agire nella vita è puro, il vostro corpo etereo vi fa da scudo, ricevendo solamente tutte quelle cellule astrali che incontra nel suo meditare o respirare. Così, non solo riuscirete a bloccare il vostro invecchiamento fisico, ma riuscirete a sviluppare l'altra parte del cervello inattivo (emisfero destro: n.d.r.) che diventa attivo.
Questa è la prima preparazione per mantenervi sani e giovani, perciò state attenti a non bestemmiare.” (Il Maestro 23.10.85)

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