Gli ascolti di dicembre 2024
- lunedì, 23 dicembre 2024
- Domanda:
- Quali sono stati gli insegnamenti avuti e le spiegazioni dei riascolti di questo mese di dicembre 2024?
- Risposta:
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Sabato 7 dicembre abbiamo iniziato l'approfondimento di Neri n.142.3 (fasc. 10) del 17.2.93 sulla rivelazione del 10.2.93, sempre sui colori. Neri ha fatto un esempio rapportato alla nostra vita per spiegare come il lavoro di conquista del colore avvenga lentamente.
Il Maestro nella riv. 10.2.93 ha insegnato che il colore con cui siamo scesi - che per una parte di noi è l'indaco - è molto forte, cupo: va diluito, per poterlo sopportare. Cosicché (col tempo) impariamo a scomporlo, dividendolo in tre colori; e (sempre col tempo) riusciamo a diluire questi tre colori, prima l'uno, poi l'altro, rendendoli più chiari, in modo che alla fine torna il colore iniziale, che è quello della nostra evoluzione, ma ora molto più chiaro, più trasparente. E' il lavoro che in tanti anni l'essere umano risvegliato fa su di sè, per combattere il suo ego e migliorarsi.
Oggi, l'esempio che ha fatto Neri in relazione alla nostra vita attuale è stato questo:
"Se nei primi venti anni noi abbiamo dovuto lottare con il colore più chiaro, il giallo, era perché non avevamo una esperienza maggiore, perciò l’abbiamo dovuta conquistare anche con più leggerezza, perché la maturità, la bramosia della vita… perciò non si poteva prendere un colore più forte, non ce l'avremmo fatta, che dopo io vi spiegherò il perchè, anzi ve lo dico subito: una volta però conquistato l’indaco, questo non succede più in una vita successiva perché è già pronto, poiché ha già vinto la sua esperienza.
Ma in una vita successiva, quando poi arriva ed ha vinto anche il verde, dai venti ai quaranta anni – queste sono solamente date paragonabili – poi dopo si entra nella terza fase, la fase dell’uomo stanco, che ha lottato, dell’uomo che diventa la saggezza perché il colore indaco è la conquista della nostra saggezza, cioè è la maturazione della nostra saggezza. Scaturisce dal nostro essere la saggezza, che gli avi e i grandi Guru chiamavano la saggezza del sole. La saggezza dell’infinito. La saggezza della fiamma. La saggezza del calore.
Perché chi vince e riesce a vincere il colore indaco, è anche ‘il padrone di se stesso’, ‘il dominatore di se stesso’. Non più dominato, non è più l’alunno che deve ascoltare per vincere, ma diventa ‘padrone di se stesso.”
(Neri, approf.17.2.93, pag.2)
Sabato 14 dicembre è proseguito l'ascolto dell'approfondimento del 17.2.93 sulla rivelazione del 10.2.93, ancora sul colore e sul suono. La forma ha una sua personalità. Tutti dobbiamo sforzarci di combattere la nostra forma negativa per diventare più luminosi.
“Tu hai una forma, d’accordo? La personalità, che è dentro di te, ti dà vita, perché la personalità non fai altro che attingerla dallo spirito che è dentro di te.
Se tu dai frutti buoni perché sei buona, la tua personalità si affina, diventa più bella, si fluisce, diventa più lucente.
Se la tua forma invece è arrabbiata, tesa, come in tanti esseri umani che mandano pensieri cattivi, allora la forma del tuo corpo si imbruttisce e invecchia.
Quindi tu hai una forma, questa forma ha una personalità più o meno evoluta. Tutti hanno una personalità, però questa personalità non a tutti si aggrazia al proprio modo di agire della vostra vita. La forma è materia.... ma il nostro corpo non è a immagine e somiglianza di Dio, perchè Dio non ha corpo.
Nell’OHM, nella parola, nella vibrazione viene fuori il colore dell’anima. La vibrazione di ogni parola diviene suono e questo suono forma il colore.”
(Neri 17.2.93, pag.8)
Sabato 21 dicembre abbiamo completato l'ascolto dell'approfondimento n.142.3 (fasc. 10) del 17.2.93 sulla rivelazione del 10.2.93 ancora sul colore e sul suono. Quando l’essere umano si adagia nella sua forma ne diviene schiavo e rimane fermo nel tempo. La personalità la lasciamo quando entriamo a far parte di Dio, cioè all’ultimo stadio della nostra esistenza, a quel momento saremo liberi nel nostro colore, lo assorbiremo e diventeremo una cosa sola.
Il frastuono dell’umano che non sente interiormente la Forza divina che lo accarezza è assordante: è il suono che lui crea dentro di sé, è il suono della confusione mentale. Altra cosa è il suono dell'universo, è la meditazione nel silenzio, che ricrea lo spirito. Vincere il frastuono è vincere tutto di noi stessi. Allora il nostro essere diventa suono esso stesso, il nostro essere vibra e si trasforma in nota musicale.
“Chi vince prende forma divina! Guardate l’espressione dei Santi, sono così angelici… soffrono, hanno il corpo martoriato, pieni di ferite, ma sorridono, sorridono nel loro dolore, eppure chissà quanti mali avranno addosso! Eppure sorridono e sono belli, perché hanno già dentro, nella loro espressione, una parte di Paradiso.
Ecco perché la pace, la quiete. Ecco perché è tanto importante la meditazione nel silenzio: egli si ricrea lo spirito, perché la confusione lo uccide, la confusione lo rende schiavo di tutte le forme.
Egli si fa più dolce, adatto ad un suono che è paragonabile all’armonia del Paradiso, all’armonia dell’essere che può finalmente pensare, accompagnato da un sibilo dolcissimo che è la nota dell’universo intero”
(Neri, approf. 17.2.93, pag.15)
La Rivelazione 10.2.1993 può essere letta per intero sul nostro sito scaricandola gratuitamente:
https://www.ilsentierodineriflavi.it/
Un volta entrati nel sito, sulla sinistra della pagina iniziale si clicca su Menu. Poi su Libri. Poi su Opera completa – Vol. XI (1993). Infine si va a pagg. 1934 e ss.