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Domanda n.74: “Le parole del cuore” (troviamo in noi il fuoco che si chiama amore)

venerdì, 19 giugno 2020

Domanda:
“Cara Maria, come facciamo a riconoscere le anime che hanno il vuoto dentro di sé, non conoscono la spiritualità e vivono nella disarmonia e nella sofferenza? E come possiamo fare per aiutarle? A volte provo a parlare quando incontro qualcuno che ha il buio negli occhi e quindi nell'anima, ma poi mi pento, non so bene cosa dire, o mi spaventa una possibile reazione negativa. Cosa possiamo fare, noi che “sappiamo”, che abbiamo acquisito coscienza della conoscenza, come dici nella risposta alla domanda n.49 sul fuoco cosmico?”

Risposta:
“Caro Pietro, i Figli della Luce hanno dentro di sé un fuoco cosmico vivente che può guarire le anime sofferenti sulla terra. Il fuoco è in tutti, ma bisogna scoprirlo e saperlo usare. Cerchiamo di scoprire il fuoco che arde dentro di noi per poterlo offrire a chi non lo ha scoperto ancora o crede di non averlo. Vedrai che poi la soddisfazione più grande sarà per te proprio quella di trasmettere ad altri questo fuoco del tuo cuore, questa grande forza di consolazione e di amore.

Cos'è questo fuoco? E' il cuore che si apre, è il donare noi stessi agli altri, è il compiere gesti anche piccoli, ma di autentica solidarietà. Il fuoco è amore. Se tu ci pensi bene, quante volte ti accorgi di avere perso l'attimo per un gesto, magari solo un sorriso o una buona parola: avresti potuto compiere quel gesto, regalare quel sorriso, dire quella buona parola e non lo hai fatto. Perchè?

Perchè la tua personalità ha prevalso: il tuo orgoglio ti ha bloccato, oppure la titubanza, magari una delle tante paure che abbiamo, non solo la paura dell'altro, del diverso, ma anche la paura di esporsi, di aprire troppo il cuore, la paura di amare o persino di essere amati.

E qual'è la chiave da usare per aprirlo, questo benedetto cuore?: "Buttiamo via gli stracci vecchi, rinnoviamo la nostra pelle, e doniamo a Dio ciò che ci contiene dentro di noi; non l'esteriore, che non ci appaga, ma l'interiore, che ci riscalda assai." (Neri, 4.4.90). La chiave è una sola, l'amore, questo è l'unico antidoto alle paure, l'amore spirituale è l'unica arma per migliorarci. “Perchè avete paura? Non avete ancora fede?” (vangelo di Marco 4,40).

Dice il Maestro: “Se questo fuoco arde dentro di voi, dovete scoprirne il calore per poterlo offrire a chi non lo ha e poterlo offrire a chi crede di non possederlo”. Molti non sono coscienti di vivere nella spiritualità e dunque non possono domandarsi chi sono. Tocca a noi risvegliarli. Come? Con il fuoco dell'amore. Luigi ci ricorda: “Quello che hai compreso, l’hai compreso, e l’hai compreso bene! Basta metterlo in atto, prima con i tuoi, poi con gli altri.” E ci ricorda anche che dobbiamo sempre dare, senza domandarsi se ci siamo riusciti oppure no. E se ti senti disarmato e inutile, chiedi sempre l'aiuto di Gesù, Lui ti saprà confortare.

Su questi argomenti ti segnalo le rivelazioni del Maestro e di Luigi del 28.3.90:
“I Figli della Luce fanno parte della sostanza viva della Luce di Dio, quella Luce cosmica così accesa. Essi mandano ed hanno dentro di sé un calore ineguagliabile, un fuoco che nessuno può spegnere poiché questa parte di fuoco vivente, porta non solo la Luce ed il calore, la bellezza e la speranza, ma porta la vibrazione di una guarigione per ogni essere che soffre sulla terra.

Perciò Io vi dico che chi possiede questo fuoco interiore dentro di sé, possiede non solo la Luce, ma possiede la grande caratteristica di poter guarire, consolare, attirare a sé le anime le più malate; non parlo del corpo fisico, ma malate nell’anima. Queste anime così sole, come esseri ciechi, come vibrazioni camminano sulla terra barcollando e cercando la speranza di un aiuto, la speranza di trovare quel piccolo spiraglio di Luce che possa dare a loro la possibilità che oggi avete avuto voi.

Alcuni di voi possiedono questo fuoco sacro dentro di sé, ma non basta molte volte averlo, possederlo, conoscerlo, amarlo; ubbidienti alla propria attrazione, bisogna saperlo distribuire, bisogna saperlo donare, bisogna saperlo attirare a sé, coscienti di anime così aride e sole attratte da questo fuoco cosmico. Attirandole col vostro calore e la vostra energia potrete ben dire di avere dato, non solo il calore, ma insieme date loro anche una conoscenza, quella conoscenza del risveglio di cui queste anime, così sole e vuote, hanno bisogno.

Voi dite che non basta illuminarle e dare loro il vostro calore: no, poiché il vostro calore e la vostra luce che voi o alcuni di voi portano dentro di sé, devono avere la grande forza per risvegliare questi esseri così soli e abbandonati.

Ecco allora che la missione sulla terra prende conoscenza e può veramente prendere il suo atto di coscienza per dire: “Ecco perché io sono qui.” Chi vuole pescare deve andare sul mare; chi vuole raggiungere una vetta si deve arrampicare in cima alla montagna; ma chi vuole attirare a sé anime perdute, sconsolanti, senza conoscenza della propria vita e della propria esistenza, deve penetrare dentro i corpi e dentro i cuori e dentro le menti di questi esseri che vagabondano – ripeto – vagabondano su questa terra alla ricerca di un qualcosa che li possa attirare a sé.

Eppure, voi dite che essi vivono, hanno un corpo simile al vostro, vedono, sentono e parlano, ma vivono anche nella miseria più assoluta del proprio essere, senza la conoscenza e senza una propria identità da scoprire. Non possono domandarsi chi sono, poiché essi non sono, molte volte, coscienti di essere vivi nella spiritualità. Perciò nella loro confusione di una vita terrena, fanno il loro passaggio comune, accumulando, lavorando, imbrogliando e trovando dentro di sé il vuoto della loro povera esistenza.

Queste anime si possono riconoscere nella loro povertà, quando non sono mai contente; si possono riconoscere quando continuamente danno sfogo ai loro sentimenti di una scontentezza che nessun essere può loro appagare, poiché esse non sono complete e non conoscono la meravigliosità dell’opera di Luce, dell’opera che esse sono scese sulla terra sconsolanti e sole; continuamente tutto trovano ingiusto e tutto trovano così puerile: sia la loro vita che l’esistenza del proprio fratello. Esse vivono nella disarmonia del proprio stato di essere.

Ecco, come si possono riconoscere queste anime? Nulla le appaga e nulla le consola. Nulla le può rendere felici, poiché se vanno a destra, dicono che sarebbe stato bello poter andare a sinistra; se vanno a sinistra, dicono che non hanno la possibilità di poter andare a destra. Se hanno poco si rammaricano perché non possiedono niente; se non possiedono tanto, è perché per l’insoddisfazione della loro vita non sono appagate dall’attimo che le colpisce, dall’attimo che scaturisce dentro di loro il germoglio di quella spiritualità che le dovrebbe rendere felici proprio nella miseria; proprio in ogni attimo della vita dovrebbero essere felici di quello che hanno, di quel poco che hanno e che a mala pena conoscono e sanno di avere. Queste anime non sanno riscaldarsi al fuoco interiore che hanno dentro di sé, poiché tutto è fatto male, tutto è rammarico, tutto è sconsolante, perché tutto quello che viene loro dato come prova anche minima, lo trovano pesante e sono incostanti e sentono dentro di sé il freddo della propria miseria.

Allora Io dico che la soddisfazione più grande, è quella di portare nel proprio cuore questo fuoco e questa Luce cosmica, per poter trasmettere ad altri questa grande vitalità d’amore, di tenerezza e di consolazione, al fine di poter dividere con chi non lo ha questo piccolo fuoco che brilla e arde in ognuno di voi. Se voi avete del fuoco che arde dentro di voi, scopritelo; se avete questa meravigliosa espressione di tenerezza verso chi soffre, scopritela.

Allora, cari fratelli, figli Miei, se questo fuoco arde dentro di voi, dovete scoprirne il calore per poterlo offrire a chi non lo ha e poterlo offrire a chi crede di non possederlo, poiché il fuoco è in tutti. Ma chi potrà mai conoscerlo, scoprirlo e dividerlo con chi non lo ha?

Voi dite che potrebbe essere l’inizio di una nuova era, l’inizio di una nuova vita. Allora Io sono con voi, poiché con voi, Io ho diviso, nella Mia mensa di questo attimo infinito, ho diviso con voi il Mio fuoco e la Mia Luce. Dividerò sempre con voi la Mia tenerezza ed il calore delle Mie parole. Sarò sempre presente in ogni attimo della vostra piccola esistenza, e quando sentirete freddo dentro di voi, stringete la Mia Immagine al vostro cuore, poiché Io saprò darvi tutto il calore che posso contenere.

Pace a voi, ai vostri figli ed ai figli dei vostri figli. Pace a voi ed alla vostra anima, affinché il vostro fuoco possa finalmente illuminare e darvi il calore che nessuno può e deve spegnere. Pace a voi tutti.”

(Il Maestro 28.3.90)



“Io dico che devi liberarti, perché quello che hai compreso, l’hai compreso bene! Basta metterlo in atto, prima con i tuoi, poi con gli altri. Mi raccomando, fratello, chi più ha e più comprende, più ha il dovere di fare.

Come si fa a capire se uno ha dentro la luce? Da come agisce, da come vive, da come si prodiga. Tu sei uno di quelli che si danno molto da fare, e questo mi piace, ad eccezione di alcune cose. Però la Luce tu ce l’hai, cerca di adoprarla per bene, di sapere illuminare al punto giusto, al momento giusto, nell’attimo giusto, senza perderti in grandi cose: le piccole sono le più preziose. Però, continua così.

Senza sapere il perché, a volte ti allontani dalla Luce, perché la tua mente vuole grandeggiare, vuole andare oltre le sue possibilità. Ma ognuno ha delle possibilità e non può andare oltre. Allora col tuo pensiero di volere fare troppo, rischi di non sentire quella Luce che c’è dentro di te. È come quando accendi il fuoco nel tuo camino: se vuoi allontanarti per sentire il suo calore, rischi di sentire freddo, perché ogni fiamma ha il suo calore, ha la sua distanza. Non ha un peso e una misura, ha solo la distanza.

Che cos’è la distanza? È la divagazione della mente: più ti allontani con la mente e più allontani il fuoco che è dentro di te; ed a te, questo, molte volte succede.

La preghiera? La preghiera può essere un mezzo per donare luce solo se la fai col calore che vive in te, è il mezzo migliore, poiché dalla preghiera scaturiscono poi in te parole adatte per gli esseri che ti si avvicinano, perché si sviluppa in te quell’armonia di insegnamento che tu cerchi ed hai. Quelle anime che corrono dietro il denaro le puoi aiutare con la preghiera: prega che queste anime siano loro a venire verso di te, affinché abbiano la possibilità di un dialogo con te.
Se tu non preghi e non chiedi l’aiuto delle tue Guide e dell’Altissimo, queste anime che corrono tanto non si avvicineranno mai a te, perché non avranno mai la possibilità di sapere che tu esisti, in quanto loro sono prese proprio dall’inganno di questa disarmonia terrena. Allora, l’unico mezzo è la preghiera.”

(Luigi 28.3.90)
Campana
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